Articolo a cura di Simonmattia Riva, biersommelier
Un Paese è veramente un Paese quando ha una compagnia aerea e una birra. E alla fine è di una bella birra che si ha più bisogno.
La massima dell'immortale rocker Frank Zappa può suscitare molteplici riflessioni se applicata all'Italia: cosa significa affermare che un Paese ha una birra? Basta possedere sul proprio territorio una fabbrica brassicola di proprietà di un imprenditore nazionale?
Ma se leggessimo la richiesta in modo più impegnativo e ritenessimo che una birra sia veramente espressione di un Paese quando è realizzata con materie prime autoctone?
Nelle nazioni di tradizione birraria ciò è la norma, ma in Italia i nostri bravissimi birrai artigiani si sono dovuti scontrare con quasi un secolo di sostanziale abbandono della coltivazione e lavorazione degli ingredienti per la produzione brassicola.
La provenienza locale delle materie prime, cavallo di battaglia dei birrifici agricoli sorti nell'ultimo decennio, può offrire così anche un nuovo e più profondo significato al concetto di artigianalità.
Non può sorprendere che la prima birra realizzata con materie prime al 100% nazionali sia stata opera di Baladin: il birrificio di Piozzo da sempre si sforza di imprimere una forte radice territoriale alle proprie produzioni, che mirano ad essere simboli e incarnazioni dell'italianità birraria.
La Nazionale, nome tanto semplice ed evocativo da risultare inevitabile, è nata nel settembre 2011 e, dopo qualche necessario aggiustamento della ricetta, ha trovato la sua collocazione nella fluida e sfaccettata famiglia delle Blond Ale di ascendenza belga.
Una scelta che non è sicuramente casuale: si tratta infatti di una tipologia birraria dai confini molto aperti, tutt'altro che uno stile rigidamente definito. È, dunque, uno stile perfettamente adatto a lasciare briglie sciolte a un birraio italiano -Teo Musso - che, come tutti i propri connazionali, soffre ad essere recluso in gabbie protocollari troppo strette.
Di origini italiane è la matrice più profonda di Nazionale: la ricetta. Tutti gli ingredienti provengono, infatti, da una filiera produttiva italiana:
Schiettamente italiana, con un ammiccante occhiolino al Mediterraneo, è l'impronta aromatica complessiva, la sinfonia di agrumi, frutta matura e spezie che pervade narici e palato.
Nazionale trova il suo bicchiere ideale in un calice a tulipano, in particolare il Teku: il bicchiere da birra universale ideato da Teo Musso e Kuaska per favorire una degustazione multisensoriale dei prodotti brassicoli.
Alla vista, Nazionale si presenta di colore dorato chiaro, piuttosto velata a causa dell'assenza di filtrazione e coronata da un'imponente schiuma candida, compatta e fine.
L'olfatto è pervaso in un primo istante da ricordi di miele di zagara e crosta di pane seguiti da una variazione di agrumi che trascolora dalla scorza e polpa di arancia vaniglia a un tocco vivace di pompelmo rosa per chiudere con un'impronta di cedro maturo.
Qualche istante di permanenza nel bicchiere permette la schiusura di aromi fruttati più caldi, con una percepibile presenza di albicocca matura e polpa di pesca nettarina vicino al nocciolo; tale opulenza estiva trova il suo controcanto in una sottile, rinfrescante e primaverile vena speziata e lievemente balsamica con suggestioni di timo, fiori freschi di luppolo sbriciolati sotto le dita, coriandolo fresco e menta romana.
Dopo i primi sorsi, e con l'inevitabile aumento di temperatura del liquido, Nazionale mostra un'ulteriore evoluzione svelando un tocco di mandorla spellata e un bouquet floreale improntato alla magnolia e ai fiori di camomilla.
Il palato viene solleticato da una carbonazione piuttosto vivace e velato da un corpo adeguatamente strutturato per reggere le componenti aromatiche, che risuonano coerenti alle sensazioni olfattive: miele di zagara, zest di arancia vaniglia, cedro e polpa di pesca nettarina tornano infatti in bocca e preludono ad un finale amaro erbaceo e agrumato assertivo e di buona persistenza, venato di timo essiccato, pompelmo rosa e scorza di limone che tornano anche nel retrolfatto.
Il non lieve grado alcolico è sapientemente mascherato e rende la Nazionale pericolosamente facile da bere mentre la mente immagina una bellezza mediterranea baciata dal sole o una bancarella di agrumi che porta il profumo del mare.