Lorenzo KUASKA Dabove racconta i 20 anni del concorso homebrewing a Piozzo

Domenica 18 luglio 2021, Baladin Open Garden di Piozzo (CN), sarà ricordata come una delle più belle ed emozionanti pagine dell’esaltante storia dell’homebrewing nel nostro Paese. 

Gli homebrewers, cioè i birrai casalinghi come si dovrebbe dire da noi, (mentre i francesi, molto meno esterofili di noi, li chiamano i “brasseurs maison”), rappresentano una componente imprescindibile del nostro movimento birrario che ci ha portati ad una leadership nella cosiddetta “craft beer revolution” che ci viene unanimemente riconosciuta a livello internazionale. 

Quanto mi piace, sentirsi dire, in paesi così lontani geograficamente e soprattutto culturalmente, come, ad esempio, la Bulgaria e il Cile, frasi tipo “anche da noi è iniziata una rivoluzione e oggi sembra di essere come da voi più di vent’anni fa”!

Beh, se questa rivoluzione epocale si è attuata lo dobbiamo a tutti gli attori: dai birrai ai publican, dai comunicatori ai consumatori e tanti altri addetti ai lavori, ma riconoscendo un ruolo fondamentale agli homebrewers.

Come, nel caso della straripante American beer Renaissance”, la stragrande maggioranza di nostri produttori professionisti, sia i pionieri che i più recenti, viene da esperienze più o meno lunghe di birre fatte in casa. Ho ancora forte e nitido il ricordo del primo impianto, più un pentolone che un impianto, di un gigante come Sam Calagione esposto nel suo magnifico birrificio Dogfish Head nel Delaware.

Fino al 1995, in Italia era proibito far birra in casa. Ovviamente “proibito” non voleva dire che non la si facesse, ma finora non conosco nessuno che sia riuscito a trovare un collegamento tra la fine di questo divieto e la nascita “ufficiale” del movimento nel 1996.

Certo che proprio in quegli anni, grazie anche al bellissimo e istruttivo newsgroup “it.hobby.birra”, nato nel luglio 1998 da Max Faraggi, Carlo Macinai e un pugno di colleghi homebrewers, il cui dominio fu registrato da Lelio Bottero nel marzo 2000,  i primi birrai casalinghi sparsi per la penisola, cominciarono a conoscersi e scambiarsi informazioni e consigli e a formare una community molto coesa per la irrefrenabile passione comune per la bevanda più socializzante del pianeta.

Oggi purtroppo la rete è diventata terreno di insulti e di dannosa incompetenza incontrollabile, quanto ci manca quel newsgroup dove si esaltava la più bella caratteristica che internet possa darci, cioè quel “reciproco apprendimento” che faceva crescere sia chi insegnava sia chi imparava, con ruoli che a volte si invertivano. 

Quante cose ho fatto conoscere e quante ne ho conosciute anch’io grazie a persone competenti come Davide Bertinotti che poi creò l’imprescindibile sito “microbirrifici.org”, Matteo “Billy”  Billia che diventò uno dei primi birrai a utilizzare mosto di vino, il citato Max Faraggi e tanti altri ma vorrei citare, last but not least, Luigi “Schigi” D’Amelio che con la sua proverbiale lingua tagliente dava vivacità e bacchettava chi avesse incautamente scritto delle fesserie.

Nel luglio 2000 si tenne a Piozzo la prima esibizione (senza punteggio) mentre l’anno dopo, esattamente il 15 luglio 2001, una qualificata giuria annunciò i primi verdetti.  

Nel corso di questi primi vent’anni un enorme, direi innumerevole, numero di affermati birrai, partecipò con risultati, a volte sorprendenti, in negativo più che in positivo, che molti di loro ancor oggi ricordano con un pizzico di nostalgia.

giuria piozzo kuaska

Ve ne sparo alcuni, ok? Leonardo Di Vincenzo, Giovanni Campari, Valter Loverier, Michele Santi, Severino Garlatti Costa, Matteo Billia, Daniele Meinero, Alessio Selvaggio, Cesare Gualdoni, Stefano Carnelli, Andrea Bertola, Alessio Gatti, Fulvio Nessi, Emanuele Longoni. 

Redigerne un elenco completo si rivelerebbe impresa praticamente impossibile ma potete provarci con Google, ad esempio tramite hobbybirra.info dove pescherete alla grande. Ma anche in altri siti, con foto e dettagli a partire dal primo concorso del luglio 2001 e scorrendo le varie classifiche troverete un numero impressionante di birrai passati dal dilettantismo al professionismo con piazzamenti da podio e da fuori del podio!

Col passare degli anni, il livello medio nella qualità delle birre, si è notevolmente elevato tanto che attualmente i nostri homebrewers godono di una meritata reputazione. D’altronde il vincitore della prima edizione del campionato europeo, tenutasi a Roma nel 2016, è stato proprio un homebrewer italiano!

Io e Teo abbiamo sempre creduto, supportato e incoraggiato quelli che affettuosamente chiamavo “i miei deliziosi avvelenatori”, costituendo per loro giurie di altissimo livello professionale, formate per esempio, oltre dai migliori “nasi” nostrani, da un lungo elenco di giurati internazionali di grande nome come tra i tanti, l’americano Tomme Arthur, sommo birraio di Port Brewing/Lost Abbey, il canadese Mario D’Eer, stimatissimo autore di libri fondamentali, gli svizzeri Jérôme Rebetez, birraio di BFM dotato di grande audacia, fantasia e originalità e il “nostro” grande capitano Laurent Mousson (un fedelissimo!), l’inglese Steven Crouch del CAMRA, caro amico e grande fan di Baladin, i francesI Gwenaël Samotyj, birraio del birrificio Garrigues e Hervé Loux, altro fedelissimo di Piozzo, il fiammingo Carl Kins, grande amico mio e notissimo esperto a livello mondiale e il vallone Jean-Louis Dits, il geniale depositario delle autentiche Saison e, come tutti sanno, ispiratore e maestro di Teo.  

Con tutta questa bella e ricca storia alle spalle, la domenica dedicata alla celebrazione del ventennale è stata, in modo assolutamente naturale, vissuta da tutti con un velo di commozione per il passato ma, come si usa dire, con lo sguardo rivolto al futuro, il tutto avvolto da un’atmosfera tipicamente “baladiniana” variegata e rilassante nonostante le mille cose da fare, sentire, osservare e i tanti incontri, con vecchi e nuovi amici, che in questo assurdo e surreale periodo ci fanno ancor più piacere e dei quali abbiamo umanamente tanto bisogno.

Piozzo 2021 una birra per l'estate

Giornata meravigliosa e so di non esagerare, memorabile in quanto si è verificato appieno quel postulato che spesso recito e che fa così: “se un evento ha successo, il merito va a tutte le componenti, basta che una solo non funzioni che tutto salti in aria” e domenica 18 luglio tutte le componenti hanno dato il massimo e non certo a caso.

Teo, infatti, si avvale di collaboratori che chiamerei “top players”, Fabio Mozzone, in testa, e quindi diventa facile per me e per loro organizzare, partendo da molto tempo prima, le varie e complesse fasi del concorso sia interfacciandoci con i ragazzi di MoBI, sia per definire la logistica spicciola, ancor più complicata in tempo di pandemia dato che qui, per fortuna, si è maniacalmente attenti nel voler rispettare ogni regola e tener cura di ogni precauzione.

Domenica, dato il forte numero, 116, di birre in gara, avevamo chiesto ai quattordici giudici dei sette tavoli di presentarsi alle ore 9 per poter iniziare i lavori, dopo un briefing di orientamento e taratura, alle 9.30 come in realtà è poi avvenuto. 

Il team, come era facile prevedere, ha dimostrato un’efficienza straordinaria. Sotto la regia del “pallone d’oro” Fabio Mozzone e il coordinamento di Alessio “Islaz” Franzoso, entrambi dichiarati “non cedibili” dal presidente Teo Musso, hanno dato il meglio. Due veterani come Piercarlo Giovannini e mia nipote Zoe Marchesi, coadiuvati da mia sorella Carla e da mio cognato Paolo garantendo, grazie anche al lavoro puntuale delle affiatate coppie di giudici, il rispetto dei tempi che, in una giornata così piena, rappresentava un fattore fondamentale.

Vincitori Homebrewing 2021

Nell’ambito del Campionato Nazionale, la tappa di Piozzo ha una sua specifica caratteristica, quella di affiancare all’abituale valutazione delle birre anche l’attinenza del clone alla birra originale. Quest’anno, data la situazione sono stati pochi quindi ho lasciato Anna Borrelli per sostituire un giudice assente ma l’ho lasciata in buone mani, quelle di Paolo Fontana detto Palli, fedele birraio Baladin da decenni ormai.

Per questa edizione commemorativa ho infine voluto una giuria composita e ben assortita, formata dai giovani leoni del BJCP e da alcuni storici pionieri tra i quali addirittura uno dei padri fondatori Max Faraggi e il primo vincitore del primo concorso del 2001, Mauro Queirolo.

La celebrazione del ventennale, subito prima della cerimonia di premiazione, cui ho avuto l’onore di condurre, è stato il degno finale di una giornata campale. 

Hanno accolto l’invito ex-homebrewers, cimentatisi nelle passate edizioni del concorso e successivamente diventati affermatissimi birrai come il grande Valter Loverier e Dano Meinero, catturato pure in giuria e birrai casalinghi, non in gara, e appassionati che non vedevo da anni come il veneto Corrado De Vettor e tanti altri.

Un Teo in gran forma mi ha stimolato a ripercorrere questi ultimi vent’anni del concorso, con aneddoti e curiosità che hanno coinvolto un pubblico numeroso, partecipe e rispettoso di mascherine e distanze.

Gran finale a sorpresa architettato ad arte da Teo e il suo entourage con due strepitose magnum commemorative di Elixir etichettate per me e Jean-Louis. Entrambi non ne sapevamo nulla e ciò ci ha emotivamente colpito e commosso ancor di più. Non posso che ringraziare Teo, Fabio, Islaz e tutto, proprio tutto lo staff Baladin per l’affetto che mi sanno sempre regalare, affetto da me corrisposto in toto!

 

Kuaska,

Genova, 21 luglio 2021

 

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