Terre e Lune: dai grandi vini ai grandi barley wine Baladin

Articolo a cura di Simonmattia Riva, Biersommelier

La botte è l'unico carcere che renda migliore chi vi sta dentro. (Cesare Marchi)

C'è del vero nell'aforisma, ma una botte cattiva, logora o inappropriata può rovinare completamente una grande birra e, per converso, nemmeno la più nobile e generosa barricatura potrà elevare una birra mediocre.

Cantina Baladin, una bottaia con oltre 160 “legni” pregiati provenienti da grandi case vinicole italiane, nasce nel 2010 come omaggio di Teo Musso al vino nonché come riconciliazione con il padre Enrico: nato nelle Langhe in una famiglia di vignaioli, il giovane Teo si era innamorato delle birre proprio come segno di rottura verso un mondo che, una volta maturo, ha voluto riabbracciare.

 

 

Scopri la birra barley wine di Baladin: Xyauyù ti aspetta sul nostro shop...  con una sorpresa!

 

Terre e Lune: i due Barley Wine della cantina Baladin

Terre e Lune, i due prelibati frutti di questa ricerca, sono dei Barley Wine concepiti per coniugarsi al meglio con i contributi aromatici dati da due diversi gruppi di botti: Lune, brassata con aggiunta di farro, cereale dal colore chiaro e dal gusto dolce e speziato, deriva da un assemblaggio di passaggi in botti che hanno ospitato eccellenti vini bianchi.

Trova casa in tini di legno precedentemente utilizzati per grandi rossi invece Terre, la cui ricetta prevede, oltre al malto d'orzo, l'impiego di riso nerone, varietà scura contraddistinta da note aromatiche improntate al pane nero e al legno di sandalo.

Il cromatismo dei vini e dei cereali si riflette anche sulle etichette e bottiglie: cartiglio bianco e vetro trasparente per Lune, vestito rosso e bottiglia bruna per Terre. Identici sono invece il formato da 50 cl e il tappo in sughero che permette la richiusura della bottiglia e la conservazione della birra, anche aperta, per lungo periodo, esattamente come avviene per i vini passiti.

L'abbondanza di sentori ossidativi nobili acquisiti durante la lunga permanenza nelle botti le rende infatti immuni dai problemi di conservazione propri delle birre più comuni.

Analoghi sono pure il bicchiere e la temperatura in cui Terre e Lune possono esprimere al meglio la loro caleidoscopica ricchezza aromatica: un balloon o un ampio calice da cognac serviti a non meno di 12-14°C.

 

Terre e Lune: aromi e sapori a confronto

 

Lune si presenta ambrata con riflessi di rame e oro antico, assolutamente priva di schiuma e piuttosto limpida grazie alla lunga maturazione.

Il bouquet ha un incipit con evidenti note di legno e cantina che ricordano un vino passito settentrionale cui seguono echi terrosi di humus e petricore che giocano a rimpiattino con sentori più caldi di uva passa, mandorla e marzapane; dopo qualche minuto di permanenza nel bicchiere appaiono poi barlumi di cotognata, vaniglia, ananas disidratato e Xeres Oloroso.

In bocca è ovviamente priva di carbonazione e con un corpo rotondo, molto pieno: sorprende però la dolcezza, molto meno opulenta e duratura rispetto alle attese, venata di mandorla, uva cilena, fico secco e mela cotogna.

A interrompere la trama zuccherina ci pensano una vivace vena acidula di natura malica, una chiara sapidità con venature umami e una tannicità che, pur evitando le secche dell'astringenza, va ad asciugare il sorso già a medio palato e prepara al finale, lungo ma morbido, con un ritorno della mandorla e un tocco umami accompagnato da una nota resinosa, quasi balsamica, nonché da un eco di caffè poco tostato.

Terre veste invece di ramato carico con riflessi rubini mentre condivide con la sorella limpidezza e assenza di schiuma.

All'olfatto il milieu comune si avverte con simili note di legno e cantina cui seguono più opulente sensazioni di toffee, dattero, prugna essiccata e amarene sotto spirito contrappuntate da sentori terrosi di salsa di soia, corteccia di china e fungo essiccato che, dopo qualche minuto, virano al cacao.

In bocca è priva di carbonazione e dal corpo pieno e strutturato; la componente dolce, più accentuata che in Lune, è improntata alla ciliegia sciroppata, all'uva sultanina e al toffee e viene temperata da un'acidità da amarena fresca e da un netto carattere sapido e umami che richiama la salsa di soia, mentre a medio palato il ritorno del caramello è accompagnato da sentori di china, tabacco dolce e caffè monorigine del Corno d'Africa, senza tostature spinte né astringenze, e digrada verso un finale morbido con ricordi vinosi e un ritorno dell'amarena sotto spirito nel retrolfatto accompagnata da un diffuso e piacevole calore etilico.

Terre e Lune: due mondi da esplorare a lenti sorsi.

 

New call-to-action