Nello sconfinato panorama brassicolo del Belgio c’è una tipologia dai confini molto labili, ma nella quale rientra un numero elevatissimo di produzioni. Si tratta delle Belgian Strong Ale, birre forti ad alta fermentazione, dal ventaglio aromatico ricco e complesso e in cui il lievito gioca un ruolo da protagonista. I criteri che definiscono questa famiglia sono abbastanza vaghi, tanto che vi rientrano prodotti molto diversi tra loro per colore, profilo organolettico e ingredienti aggiuntivi.
Il birrificio Baladin di Piozzo (Cuneo) ha sempre guardato alla scuola brassicola del Belgio, pur reinterpretando i suoi stili anche in maniera personale. Così non è un caso che tre fra le birre più rappresentative di Baladin appartengano a questa tipologia: Super, Elixir e Leön. Non deve quindi meravigliare che queste creazioni, pur essendo legate da un filo conduttore comune, siano molto diverse tra loro.
Super (8%) fu la prima birra prodotta in bottiglia da Baladin e la sua nascita risale al 1997. Può essere considerata una delle birre artigianali italiane più influenti di sempre, non solo per caratteristiche intrinseche ma anche per il packaging: mai si era vista sul mercato una birra con una bottiglia dalla forma ricercata e un’etichetta graficamente elegante.
L’obiettivo di Teo Musso era creare un prodotto “da abbinamento”, da affiancare in particolare a formaggi importanti e in grado di strizzare l’occhio al mondo del vino. Per l’epoca era un’idea visionaria e totalmente rivoluzionaria, tanto che il nome “Super” fu scelto come una sorta di auto-incoraggiamento per un obiettivo ambizioso ma anche lucidamente folle.
L’idea di Teo Musso si concretizzò in una Belgian Strong Ale di colore ambrato, costruita attraverso la valorizzazione del contributo del malto e del lievito. Il primo è responsabile della componente dolce di Super, piuttosto evidente, e di alcune pennellate aromatiche riconducibili al caramello e al biscotto. Il secondo invece completa il bouquet con note di frutta “calda” (mela cotta, prugna), un leggerissimo tocco di arancia candita e, soprattutto, un contributo fenolico riconducibile a sfumature di pasta di mandorla e, più alla lontana, di vaniglia e liquirizia.
L’aspetto straordinario di Super è che in tutti questi anni non ha mai subito variazioni nella propria ricetta. È sempre rimasta fedele a sé stessa sebbene nel frattempo il mondo della birra artigianale sia cambiato profondamente, così come il gusto dei suoi consumatori. Ciò non ha intaccato il successo sul mercato di un prodotto che rimane un punto di riferimento per il movimento birrario nazionale.
Elixir (10%) nacque invece da una coinvolgente avventura sentimentale di Teo, il quale cercò di trasmettere quella trascinante passione in una birra. Da un punto di vista produttivo la chiave fu l’impiego di un ceppo di lievito, originariamente utilizzato per il whisky, e opportunamente modificato nel tempo. Teo condusse i primi esperimenti con questo ingrediente già nel corso degli anni ’90 e ne perfezionò l’uso nel tempo, tanto che oggi lo stesso ceppo è protagonista di altre importanti birre di Baladin, come Xyauyù e Nazionale. Alcune caratteristiche originarie del lievito si sono però preservate col passare del tempo: in particolare è capace di lavorare a temperature relativamente alte e di metabolizzare gran parte degli zuccheri complessi, permettendo quindi di ottenere birre decisamente secche. A livello aromatico invece mantiene una leggerissima sfumatura tra il torbato e l’affumicato, che caratterizza le birre che ne prevedono l’impiego.
L’obiettivo di Elixir è di muoversi in equilibrio tra la dolcezza del malto e la secchezza finale, giocando sulla capacità di attenuazione del lievito. Lo stesso lievito contribuisce a livello aromatico con note di frutta sotto spirito, melone, agrumi e cioccolato bianco, che si fondono con i toni biscottati del malto. È una birra straordinaria nell’accostamento con carni importanti e formaggi erborinati, ma un abbinamento sorprendente è con i gelati a base di frutta.
Particolare è anche la genesi di Leön (8,5%), perché in origine nacque come birra di Natale. Il suo nome è infatti l’anagramma di Nöel, la birra che Baladin lanciò nel 1998 in occasione delle festività natalizie. Grazie al suo profilo aromatico ricco e complesso e alla sua facilità di bevuta, la Nöel ottenne un successo strepitoso, tanto da convincere Teo Musso a trasformarla da prodotto stagionale a etichetta disponibile tutto l’anno.
Era il 2011 e fu allora che Leön assunse il nome odierno, data l’ovvia necessità di ribattezzare la birra. La Leön è un trionfo di frutta secca, caramello, uva sultanina, susina sotto spirito. È una birra che scalda con delicatezza, che ammalia con eleganza. Sarebbe davvero un peccato poterla bere solo a Natale!
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