Articolo a cura di Simonmattia Riva, Biersommelier
Quando la casa dorme, la giovinetta scalza, fresca come una prugna al gelo mattutino, giunge nella sua stanza (Guido Gozzano)
Prugne e susine, nome alternativo che si diffonde nel Medioevo ed evoca l'antica città persiana di Susa, godono di una fama ambivalente: dolci, succose e con una consistenza quasi croccante che le rende oltremodo godibili, pagano per assurdo lo scotto delle loro note proprietà benefiche e curative che le hanno condotte, nell'immaginario collettivo, ad associarle troppo spesso ad atmosfere ospedaliere e ospiziali.
E' forse questa gratuita denigrazione la ragione per cui le prugne, a differenza di ciliegie e lamponi, non hanno alle spalle una lunga tradizione di utilizzo nelle ricette brassicole e solo negli ultimi anni, grazie ad alcuni birrifici artigianali sparsi in giro per il mondo, hanno trovato la loro strada nei tini di bollitura e nei fermentatori?
Possibile, anche perché, paradossalmente, sentori di prugna dovuti agli esteri, composti aromatici prodotti dal lievito nel suo lavoro di trasformazione del mosto in birra, sono assai frequenti in numerose tipologie birrarie, prevalentemente contraddistinte dal colore scuro, di origine belga e britannica, ma anche nelle forti Doppelbock ed Eisbock tedesche.
Rendere la prugna ingrediente protagonista di una birra prodotta con soli malti chiari era dunque una sfida per pionieri che a casa Baladin si è volentieri raccolto sia sulla scorta del successo della Mama Kriek che per omaggiare ulteriormente il territorio: in Piemonte si coltivano infatti prelibate susine della varietà Flavour King che, ridotte in purea sono presenti per ben il 18,5% in volume nella Suzi Dry.
Pur appartenendo alla famiglia delle Speciali Baladin, prodotte solo in alcuni periodi dell'anno, la bottiglia di Suzi Dry si presenta senza ceralacca e con il solo tappo a corona: segno della sua identità particolarmente giovane, rinfrescante e, per certi versi, sbarazzina.
Versata in una calice a tulipano o snifter, il bicchiere migliore per apprezzarne la complessità e l'evoluzione aromatica, Suzy Dry si presenta di colore dorato chiaro, con un tono molto solare e vaghi riflessi rosacei; è decisamente velata a causa dell'assenza di filtrazione e della rilevante presenza dei frutti mentre la schiuma, candida e fine, è sonora, molto crepitante e poco persistente, caratteristica questa tipica delle birre acidule e con aggiunta di frutta naturale.
Il bouquet presenta un attacco citrico improntato alla scorza di limone e una nota minerale, il consiglio è però di lasciare qualche secondo il dorato liquido nel bicchiere e ripetere a più riprese l'olfazione: da una prima impressione di prugna fresca, quasi acerba, si passa infatti a un carattere fruttato più definito e rotondo, con una nota quasi vinosa legata alla prugna e che a occhi chiusi potrebbe far pensare a un vino rosso giovane e mosso.
Ma è dopo un paio di minuti che l'essenza del violaceo frutto esce in tutta la sua ricchezza polposa: prima ancora di fare un singolo sorso, il profumo solletica le papille gustative e dona l'illusione di addentare una prugna matura, la temperatura leggermente più elevata di quella del frigo fa emergere inoltre una soffusa nota speziata di coriandolo con un tocco di zenzero fresco e una punta pepata.
In bocca mostra una carbonazione sottile ma ben presente e vivace mentre il corpo è piuttosto snello ma non esile: un certo residuo zuccherino è infatti percepibile e bilancia l'acidità, che è lattica, rinfrescante, vivace senza essere mordace e accompagnata da un pieno e appagante flavour di prugna.
Una sorsata di Suzi Dry evoca veramente il morso ad un frutto maturo e succoso.
A medio palato giunge poi componente agrumata improntata al cedro e una pennellata di spezie delicate e rinfrescanti, all'insegna del coriandolo e dello zenzero avvertiti al naso mentre il finale è asciutto e pulito, con di nuovo in scena la prugna matura e un deciso floreale da camomilla che accompagna anche il primo retrolfatto anticipando un ritorno avvolgente del flavour di prugna condito da una punta pepata.
Suzi Dry è un'autentica fanciulla gozzaniana, frizzante ma mai volgare.
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