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La birra analcolica fa male?
La birra è una bevanda alcolica e il suo consumo ha ripercussioni sul nostro organismo, che possono diventare molto negative in caso di abuso. È dunque lecito chiedersi se anche la birra analcolica faccia male, considerando che la sua gradazione alcolica è pari o prossima allo zero. L’etanolo è, infatti, un “non nutriente” che richiede l’intermediazione del fegato per essere metabolizzato. Quando la sua assunzione supera le quantità che l’organismo è in grado di “smaltire” direttamente, allora diventa potenzialmente pericoloso: se ciò avviene ripetutamente nel lungo termine possono insorgere gravi problemi di salute, come cirrosi epatica, tumori al cavo orale e al sistema gastro-intestinale, ictus. Inoltre l’etanolo è una sostanza che favorisce l’aumento di massa grassa e che, dunque, fa ingrassare.
I vantaggi delle birre analcoliche
Molti degli effetti collaterali legati all’assunzione di alcolici sono notevolmente ridotti quando si beve birra analcolica. È importante sottolineare che per la legge italiana si definisce “birra analcolica” quella con un grado alcolometrico non superiore all’1,2%, mentre mentre a livello europeo è il limite è fissato a 0,5: dunque una quantità di alcol, seppur molto contenuta, è potenzialmente presente anche in questi prodotti. Tale aspetto non è trascurabile, perché bisogna essere consapevoli che si potrebbe assumere alcol anche quando si beve una birra analcolica. Un consumo moderato è dunque auspicabile anche in questi casi, soprattutto da parte di chi si trova in condizioni particolari, come le donne in gravidanza.
Al di là del contenuto di alcol piuttosto ridotto (o totalmente assente), la birra analcolica presenta altri vantaggi per il nostro organismo. Innanzitutto il suo apporto calorico è molto contenuto: non solo favorisce meno l’aumento di massa grassa, ma secondo alcuni studi aiuterebbe persino a perdere peso se accompagnata a uno stile di vita salutare. Molte delle sostanze nutritive delle birre normali sono rintracciabili anche in quelle analcoliche, in particolare vitamine (soprattutto quelle del gruppo B), fibre, fenoli e antiossidanti, con il valore aggiunto di ridurre pesantemente le controindicazioni associate al consumo di bevande alcoliche.
La birra priva di alcol, inoltre, aiuta a reidratare l’organismo grazie alla sua alta percentuale di acqua (circa il 90%) e la presenza di sali minerali. Questo beneficio è praticamente escluso nella birra convenzionale, perché la presenza di alcol favorisce la disidratazione. L’alcol, infatti, inibisce la produzione dell’ormone antidiuretico (ADH), che regola la quantità di acqua e sali minerali presenti nell’organismo, favorendo la perdita di un grande volume di urine. Il malessere e il mal di testa susseguenti a una sbronza derivano principalmente da questo fenomeno.
E quindi, la birra analcolica fa male?
La risposta è no, almeno rispetto alle ripercussioni negative che si accompagnano al consumo (e soprattutto all’abuso) di birra standard. Grazie all’assenza (o alla presenza ridotta) di alcol, la birra analcolica ha:
- un basso apporto calorico
- è capace di idratare facilmente l’organismo
- riduce le controindicazioni tipiche delle bevande alcoliche, garantendo nel frattempo l’assunzione di sostanze importanti per il nostro corpo.
Nonostante i suoi tanti aspetti positivi, anch’essa deve essere consumata con moderazione e coscienza, perché può comunque possedere una gradazione alcolica fino all’1,2% per la legislatura italiana e 0,5% per quella europea.
Proprio per tutte queste ragioni la birra analcolica rappresenta un segmento di mercato in forte ascesa, destinato a guadagnare spazio nei prossimi anni. Oltre ai numerosi benefici che comporta a livello di abitudini di consumo, è una bevanda adatta a situazioni e contesti (sociali, legislativi, religiosi) in cui la birra normale è osteggiata o proibita. Molti bevitori scelgono la birra analcolica perché leggera e adatta a uno stile di vita salutare, attento alla linea e alla forma fisica.
