Le nozioni che la gente comune possiede sulla birra sono purtroppo influenzate da molti luoghi comuni e diverse false credenze. Uno degli errori più comuni, conseguenza di anni di comunicazioni sbagliate, è ritenere che la birra esprima il suo massimo solo se consumata ghiacciata.
Si tratta ovviamente di un’incongruenza evidente: nessuna bevanda è apprezzabile in tutte le sue sfaccettature se servita a temperature polari. E non è che una birra risulti meno dissetante o rinfrescante se bevuta comunque fresca: l’idea che debba essere gelata è assolutamente fuorviante. Come per altre bevande, anche nel nostro caso dobbiamo prevedere regole ben precise quando parliamo di temperatura di servizio della birra.
In linea di massima, rifacendosi alle regole generali, la giusta temperatura di servizio è quella che permette alla birra di esprimere tutte le sue caratteristiche organolettiche. Se una birra è molto complessa, con un bouquet estremamente ricco e una trama aromatica multiforme, una temperatura eccessivamente bassa tenderà a penalizzarla. Di contro, se una birra gioca più sull’agilità degli aromi e sulla facilità di bevuta, allora potrà essere servita un po’ più fredda. Ma mai gelata, naturalmente. In generale, la forbice di servizio va dai 6 ai 16 gradi centigradi, ma per conoscere la giusta temperatura occorre analizzare le caratteristiche della birra.
Le temperature più basse sono riservate a stili birrari intesi per essere dissetanti e facili da bere. Possiamo, dunque, considerare in questa categoria sia basse fermentazioni come Pils, Helles, Marzen e Dunkel, sia alte fermentazioni come Blanche, Weizen, Golden Ale, Cream Ale, Kölsch e alcune interpretazioni moderne di IPA. Tutte tipologie che ci si immagina di bere fresche d’estate per dissetarsi durante le calde giornate della stagione.
Salgono le temperature di servizio e, di conseguenza, anche la complessità delle birre considerate in questo range. Qui possiamo inserire Schwarz, Bock e alcune Doppelbock tedesche, molti classici stili britannici (Mild, Bitter, Stout, Porter, Scotch Ale e IPA di stampo tradizionale) e altrettanti appartenenti alla cultura brassicola del Belgio (Saison, Belgian Ale, Oud Bruin, Red Flemish Ale).
Una temperatura da cantina è, infine, consigliata per gli stili più complessi e alcolici, per i quali è necessario permettere alla birra di esprimere tutta la sua ricchezza aromatica. In questo estremo rientrano alcune Doppelbock tedesche, i Barley Wine, le Imperial Stout di stampo anglo-americano, non poche tipologie belghe, come quelle legate alle consuetudini trappiste (Quadrupel, Tripel, Dubbel) e in generale tutte le Belgian Strong Ale.
Deve essere compito del publican o del gestore del locale conoscere la giusta temperatura di servizio della birra: un ottimo prodotto può risultare svilito se proposto troppo freddo, anche quando si parla della nostra bevanda. Nell’eventualità che ti ritrovi con un bicchiere troppo freddo, la soluzione è attendere il raggiungimento della corretta temperatura: infatti, il ruolo del bicchiere è particolarmente importante anche quando si parla di temperatura di servizio della birra. Curiosa è la consuetudine anglosassone per il servizio tradizionale delle Real Ale (tramite handpump, la spillatura a pompa), che talvolta prevede temperature più alte della media.
Oltre a quella di servizio, non bisogna trascurare la temperatura di conservazione. È necessario evitare fonti di calore e mantenere la birra al fresco. Per lunghi invecchiamenti – alcune tipologie permettono di ritardare la bevuta di anni – una normale cantina è perfetta: la temperatura si mantiene ideale e stabile anche con l’alternarsi delle stagioni.
A dispetto di quanto ci racconta la pubblicità generalista e di quanto ribadisce il pensare comune, la birra non deve essere mai servita ghiacciata. Ogni tipologia richiede una temperatura di servizio ben precisa, che consente di apprezzarne tutte le sfumature. Conoscere le caratteristiche del rispettivo stile è il primo passo per un servizio perfetto. Ma anche per poter godere del piacere di una bevuta tra le mura domestiche, quando a siamo noi a stapparci la tanto agognata bottiglia.