
Botanic Blonde
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La canapa (Cannabis sativa) è una pianta della famiglia delle Cannabaceae, conosciuta soprattutto per i suoi effetti stupefacenti. In realtà è una pianta molto versatile, coltivata per uso tessile e per la produzione della carta sin da tempi remoti. In Italia arrivò nel VII secolo a.C. e la sua coltivazione fu perfezionata dagli Etruschi, ma furono i Romani a comprendere l’importanza della fibra ricavata dal suo stelo.
La canapa si adatta molto bene al clima mediterraneo, tanto che all’inizio del XX secolo l’Italia era uno dei maggiori produttori al mondo. Le cose cambiarono drasticamente con l’avvento degli anni ‘60, quando la coltivazione della canapa cominciò a essere vietata a causa degli effetti psicotropi di alcune sostanze da essa derivate
All’inizio degli anni ‘90 le restrizioni si ammorbidirono e fu regolamentato l’impiego della canapa a uso industriale, permettendo il ricorso a varietà con un livello ammissibile di THC. Il THC è uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis ed è una sostanza psicotropa prodotta dai fiori di cannabis. La regolamentazione favorì lo sviluppo della coltivazione della canapa in Italia e il suo impiego in diversi settori produttivi, tra cui soprattutto quello alimentare. Oggi sul mercato sono presenti diversi alimenti realizzati con questa pianta, comprese le birre alla canapa.
Le birre alla canapa prodotte in Italia sono a base di cannabidiolo (CBD), un composto che non presenta la stessa psicoattività del THC. Si potrebbe pensare che questa scelta sia dettata dal divieto presente nel nostro Paese di consumare cannabis per uso ricreativo, ma in realtà anche in altre nazioni più permissive le birre alla canapa sono quasi sempre a base di CBD. L’interazione tra alcol e THC può infatti produrre conseguenze indesiderate, esaltando gli effetti di entrambe le sostanze. Curiosamente il CBD è presente anche nel luppolo, che non a caso è imparentato con la canapa: entrambe le piante appartengono alla famiglia delle Cannabaceae.
Come si può dedurre, la birra alla canapa non ha alcun effetto psicotropo sull’organismo e il suo consumo, oltre a essere totalmente legale, è analogo a quello di una birra normale. Dunque, si utilizza la canapa durante il processo brassicolo per aromatizzare la birra, esattamente come si fa con il luppolo o con altre erbe e spezie. Generalmente la canapa viene aggiunta durante la bollitura del mosto oppure “a freddo”, dopo la fermentazione.
La presenza della canapa in una birra ha conseguenze a livello organolettico. Innanzitutto, proprio come il luppolo, conferisce un tocco amaro, utile per bilanciare la dolcezza dei malti. Soprattutto però è responsabile di alcune caratteristiche a livello aromatico: la canapa è infatti riconoscibile perché dona alla birra sfumature peculiari, che possono essere considerate un mix tra note vagamente balsamiche, speziate, resinose ed erbacee, con un sottofondo che ricorda la nocciola. Come tutti gli ingredienti deve essere dosata con oculatezza, anche perché può facilmente risultare pungente e coprire il contributo degli altri ingredienti.
Per le sue caratteristiche aromatiche, la canapa si adatta bene a diversi stili birrari. Alcuni birrai la usano per aggiungere un carattere particolare a basse fermentazioni tendenzialmente “neutre”, come Helles, Pilsner o Keller. Altri invece sono interessati a indagarne le interazioni aromatiche con altri composti, che siano quelli provenienti dal luppolo (American IPA, American Pale Ale), dal lievito (Saison), dai malti (Bitter, American Amber Ale) o da altre spezie (Blanche, Spiced Ale).
Nonostante quello della birra alla canapa sia un mercato relativamente di nicchia, il suo giro d’affari a livello mondiale è stimato intorno ai 3 milioni e mezzo di dollari. L’aspetto più interessante riguarda però il futuro, perché le proiezioni prevedono che il mercato sfiorerà i 7 milioni di dollari entro il 2032. La crescita sarà piuttosto omogenea in tutte le nazioni, con un particolare incremento in Nord America.
In definitiva le birre alla canapa sono del tutto legali, non producono effetti diversi da quelli delle birre convenzionali e l’ingrediente speciale è usato esclusivamente per aggiungere qualcosa di non usuale al profilo organolettico del prodotto finale. Sono creazioni piuttosto particolari, perché la canapa tende a risultare dominante in termini aromatici. Per questa ragione solitamente sono amate o odiate dai bevitori, senza troppe vie di mezzo.
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