Il Regno Unito è conosciuto per i pub e per le tipologie brassicole spesso disponibili in questi luoghi: birre “quotidiane” come Bitter, Golden Ale e Stout o, più raramente, Porter e Mild. In realtà nello straordinario patrimonio britannico esiste una tipologia dalle caratteristiche uniche, identificato da un appellativo particolare: Barley Wine, cioè “vino d’orzo”.
Perché questo strano riferimento al celebre fermentato d’uva? Come spesso accade in casi del genere, non è possibile risalire a una singola motivazione e si possono solo avanzare alcune ipotesi. Il tenore alcolico, che solitamente raggiunge la doppia cifra, gioca sicuramente un ruolo importante. Lo stesso si può dire del profilo aromatico di alcuni Barley Wine, contraddistinto (anche) da tratti “vinosi”.
Ma altre cause possono essere collegate al lungo invecchiamento in botte che queste birre originariamente subivano, così come l’idea di proporle come alternativa al vino negli anni in cui l’Inghilterra era ai ferri corti con la Francia.
A ogni modo l’origine dei Barley Wine è da rintracciare nella lunga tradizione delle birre “stale” britanniche. Con questa espressione si indicavano le birre da invecchiamento, che si contrapponevano alle “mild” (o “running beers”), quelle cioè consumate fresche all’interno dei pub.
Le birre “stale” erano molto ricercate, piuttosto costose e solitamente appannaggio delle famiglie più benestanti. Inoltre, in alcuni casi erano utilizzate per “tagliare” birre giovani, secondo una consuetudine che si ritrova spesso nella tradizione brassicola di tutto il mondo (basti pensare al Lambic o alle “rosse” delle Fiandre).
Con il tempo si perse l’abitudine a usare il termine “stale” ed emersero due appellativi, usati spesso in maniera intercambiabile: Old Ale e Barley Wine. Per molto tempo questi nomi hanno indicato due stili birrari distinti ma sostanzialmente simili, tanto che non sempre è semplice tracciare una linea di demarcazione per distinguerli in maniera netta.
Parlando di Old Ale e Barley Wine ci si riferisce a birre sottoposte a lunghe maturazioni (o invecchiamento), elemento che si ripercuote a livello organolettico. Volendo distinguere le due tipologie, si può usare come discriminante il tenore alcolico (fino all’8% per le Old Ale, a salire per i Barley Wine) e alcune caratteristiche di tipo aromatico: nelle Old Ale sarebbero più evidenti note derivanti dal passaggio in botte e dalla compartecipazione di microrganismi non ortodossi (con tratti leggermente “selvatici”); i Barley Wine invece mostrerebbero un carattere con aspetti riconducibili alla lunga maturazione (sfumature marsalate e vinose).
Tuttavia è opportuno sottolineare che queste differenze sono piuttosto aleatorie e che la scelta tra l’uso dell’espressione Old Ale o Barley Wine è rimasta a lungo a totale discrezione del birraio. Non è un caso dunque che negli ultimi tempi l’usanza di ricorrere al nome Old Ale sia completamente scomparsa, a favore di Barley Wine.
In questo senso ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale il processo di adozione portato avanti dai birrifici statunitensi, che – come accaduto in molti altri casi – ne hanno modificato le caratteristiche in base al gusto locale, definendo il filone degli American Barley Wine.
Storicamente l’espressione Barley Wine fu coniata per la prima volta nel 1903 dal leggendario birrificio Bass di Burton-on-Trent. Da tempo il produttore dello Shaffordshire aveva in gamma una “Strong Ale”, battezzata N°1 e considerabile come una versione particolarmente muscolare delle classiche Burton Ale locali.
Fu solo all’inizio del XX secolo che decise di sostituire la dicitura Strong Ale con Barley Wine: probabilmente una mossa dagli esclusivi fini commerciali, ma in grado di aprire la strada per la futura codifica di un preciso stile birrario.
A riprova dell’ampia variabilità del concetto moderno di Barley Wine, vale la pena ricordare che nei concorsi internazionali solitamente sono distribuiti in diverse categorie. Per il BJCP, ad esempio, esiste innanzitutto una differenza tra English e American Barleywine per sottolineare le differenze tra le due interpretazioni dello stile.
Se però, come accade sempre più spesso, il Barley Wine subisce un passaggio in botte, allora sono previste categorie specifiche. Ancora il BJCP prevede quelle denominate Wood-Aged Beer e Specialty Wood-Aged Beer, nelle quali rientrano birre barricate non necessariamente derivanti dalla base di un Barley Wine. La differenza è che nelle seconde è avvertibile un apporto piuttosto evidente del prodotto alcolico contenuto in precedenza nelle botti, che naturalmente finisce spesso per lasciare le sue tracce aromatiche nella successiva maturazione della birra. Fuori dai concorsi, il concetto veicolato dall’espressione Barley Wine abbraccia tutte queste sfumature.
Nel patrimonio brassicolo mondiale esiste uno stile che nel nome richiama il vino. I Barley Wine sono la tipologia di birra più alcolica di provenienza britannica e sono stati reinterpretati in tempi recenti dai birrifici di tutto il mondo.