Nei primi anni Duemila, da una nazione dalla lunghissima e ricca tradizione brassicola come il Belgio giunse una significativa e iconica novità stilistica: le Brut Bier o Bière de Champagne.
Si tratta, in fondo, di un'evoluzione del classico metodo belga della rifermentazione in bottiglia: secondo esso, dopo la fase di fermentazione e una prima maturazione, la birra viene addizionata di zuccheri e lievito al momento dell'imbottigliamento al fine di raggiungere la giusta saturazione di anidride carbonica, ovvero il livello di frizzantezza pensato e voluto dal mastro birraio.
La vicinanza tra il Belgio e la regione francese della Champagne aveva favorito la commistione di saperi e pratiche: le Brut Bier, al momento della rifermentazione in bottiglia, a volte, ma non sempre, condotta con lieviti da vino spumante, vengono sottoposte al tradizionale remuage finalizzato a concentrare nel collo della bottiglia i residui di lievito che saranno poi eliminati tramite refrigerazione dei medesimi colli e successiva sboccatura, ciò che che in francese è chiamato dégorgement.
Alcuni birrifici belgi, per impreziosire ancora di più l'immagine del prodotto e per carpire più segreti tecnici possibili, inviano le birre presso aziende enologiche della Champagne che conducono la rifermentazione nelle loro grotte e cantine sotterranee.
Le Bière de Champagne, che non sono un vero e proprio stile perché lasciano teoricamente al mastro birraio ampia libertà di scelta circa le caratteristiche della birra di base da rifermentare, colpirono da subito l'attenzione del mondo della ristorazione e stuzzicarono la fantasia dei birrai artigianali italiani e non solo.
Pur in assenza di un perimetro stilistico rigidamente disegnato, le Bière de Champagne prodotte a varie latitudini condividono alcuni punti fondamentali del proprio profilo organolettico: sono prevalentemente brassate con malti chiari, anche se non mancano rari esemplari ambrati o addirittura scuri, hanno un tenore d'amaro moderato perché la loro secchezza renderebbe graffiante e sgraziato un finale robustamente luppolato, il grado alcolico è invece generalmente elevato (sopra il 9% in volume) ma accompagnato da un corpo snello e da un impatto gustativo soave; da ultimo, ma non meno importante, la frizzantezza è naturalmente elevata e caratterizzata dalla finezza della bolla, che va a emulare la cremosità boccale dei migliori champagne e spumanti.
Il loro ruolo a tavola nello stimolante gioco degli abbinamenti, che è un esercizio di equilibri e dettagli, deve tenere conto delle doti che possono mettere in campo: frizzantezza, alcolicità e una lieve componente acidula a volte presente possono essere contrapposte a grassezza, untuosità e sapidità ma l'intensità e la persistenza gustativa delle Bière de Champagne è più tenue rispetto ad altre birre di pari forza alcolica, quindi cibi e piatti di grande struttura e potenza gustolfattiva potrebbero sopraffarle.
Ecco dunque che un pomposo aperitivo retrò con tartine, voulevant e canapé farciti di salmone, paté di tonno, formaggio bianco fresco e delicate salse ai funghi sarà un'occasione giusta per stappare la nostra Bière de Champagne che, però, si comporterà egregiamente anche con una più snella e modaiola cruditè di pesce: gamberi, capesante, ostriche, carpacci di pescati anche importanti come tonno o halibut vedranno la loro tendenza dolce legarsi alla corrispondente componente della bevanda, che netterà poi la grassezza e le sapidità tramite le bollicine e l'alcolicità.
Una Brut Bier può egregiamente sostituire lo champagne nella preparazione del celebre e scenografico risotto, anche per quanto riguarda l'eruzione del liquido sul riso in mantecatura, oppure accostarsi a risotti con gamberi e zucchine o agli scampi.
Se la nostra Bière de Champagne presentasse una componente acidula ben percepibile potrebbe affrontare anche preparazioni carnee dalla decisa grassezza quali la choucroute alsaziana e l'analoga cassoeula lombarda e magari anche sorprendere con glorie del quinto quarto come il fegato alla veneziana o i fegatelli alla toscana.
Nella galassia casearia, questa tipologia birraria può incontrare felicemente un Parmigiano Reggiano abbastanza giovane, il Piave Vecchio, il Salva cremasco e formaggi a crosta fiorita della tradizione francese: le note di fieno e nocciola del latte e della stagionatura incontreranno quelle dei lieviti mentre la frizzantezza taglierà la componente lipidica dei formaggi.
Una Bière de Champagne invecchiata, con qualche nobile nota ossidativa, o una con una significativa componente di malti caramellati o scuri avrà l'ardire di misurarsi con la pasticceria secca, il marzapane e altri dolci con frutta a guscio.